EDOARDO SOLERI - 19/10/1997 - ITALIA

(di Michele Santoro)


Era l'estate del 1997 quando, per le radio e televisioni italiane, spopolava il motivetto: “Voglio andare a casa (la casa dov'è?), la casa è dove posso stare in pace...”. Il titolo del brano era “Questa è la mia casa” di Jovanotti.
Una canzone in cui, a dispetto della melodia e del ritornello quasi banali, si parlava del senso di smarrimento e della voglia di sentirsi finalmente a casa. Forse questa è la stessa sensazione che ha provato Edoardo Soleri, stellina della Roma Primavera, che a causa del lavoro del padre (dirigente Telecom) ha vissuto i primi anni della sua vita in giro per il mondo.

Edo nasce a Roma il 19 ottobre del 1997 quando ancora impazza la hit, ma a soli tre mesi la sua famiglia si trasferisce a Buenos Aires. Qui tira i primi calci ad un pallone fino al 2001, anno in cui papà Soleri è costretto a fare nuovamente le valigie per San Paolo, ancora per motivi di lavoro. Altro Paese, altra cultura. Qui, il piccolo Edoardo, frequenta la scuola calcio “Jockey Club” e, sotto la supervisione dei maestri brasiliani, comincia a sviluppare tecnica e visione di gioco. Nel 2005 si ritorna finalmente a Roma. Nella S.S.D. Futbolclub (società dilettantistica nei pressi di Tor di Quinto) impara i fondamentali, la tattica e affina il piede. Sotto la cura di mister Marco Mei prima, e di mister Roberto Baronio poi, diventa un centrocampista duttile, capace di impartire i tempi e, all'occorrenza di spezzare il gioco. Nel torneo “Beppe Viola”, destinato alla categoria “Giovanissimi regionali Elite” (stagione 2011-12) Edoardo spicca il volo, regalando la finale (poi vinta) alla sua squadra, con una doppietta alla Viterbese. Queste prestazioni gli valgono nel 2012 la chiamata della Roma.

Bruno Conti, responsabile del settore giovanile, e Roberto Muzzi, allenatore degli Allievi nazionali giallorossi, vedono in lui grandi potenzialità, tecniche e fisiche, che hanno bisogno di essere affinate. Dopo i primi mesi passati in sordina, un'intuizione di mister Muzzi lo fa esplodere: da centrocampista centrale viene spostato in attacco nel ruolo di prima punta. Soleri sfrutta i suoi 194 cm per sgomitare con i difensori avversari, tener palla e far salire i compagni. Usa la sua grande tecnica, (forse retaggio del suo passato sudamericano) per saltare l'uomo e servire in profondità i colleghi d'attacco. Un attaccante in grado di finalizzare (7 gol in 13 partite), ma anche di fare il lavoro sporco per gli inserimenti da dietro. Tali prestazioni gli aprono le porte della Primavera di Alberto De Rossi, collezionando quest'anno, 1 gol in 4 presenze, tra campionato e Youth League; non male per uno che davanti ha gente più esperta come Di Mariano, Verde e Adamo.
Come Jovanotti nella canzone, alla fine, anche questo ragazzone gira mondo sembra aver trovato la sua casa.

Commenti

  1. speriamo che non lo danno in prestito questo ragazzo deve rimanere a roma e con la roma
    tutto qui

    RispondiElimina

Posta un commento

Qui anche tu puoi dire la tua!