CON... FRANCESCO PALMIERI - RESP. SETTORE GIOVANILE PARMA

(di Marco Fanuli)


#saveparma sembra suggerire l'intervista di oggi di Promesse del calcio. Abbiamo incontrato il responsabile del settore giovanile del Parma Francesco Palmieri e con lui abbiamo parlato del futuro dei canterani gialloblu, di chi ce l'ha fatta e di chi ce la farà. Ma anche di chi ha fatto la storia della società emiliana e di cosa potrà accadere a fine stagione.



PdC: Buongiorno e benvenuto su Promesse del calcio. Nell'arco della sua carriera da giocatore è stato esempio di professionalità: barese dalla nascita è riuscito a farsi amare dai tifosi del Lecce, storici rivali dei biancorossi. Quanto è difficile trasmettere i giusti valori e la dedizione al lavoro ai giovani calciatori?

FP: É difficile anche perché i tempi sono cambiati e a volte si fa veramente fatica a relazionarsi con ragazzi che hanno una mentalità diversa rispetto a quella della mia generazione. Prima le distrazioni erano minime perché non avevamo tutte le attrazioni che ci sono adesso. Ad esempio, non esistevano ancora i computer e i social, non avevamo gli smartphone e non conoscevamo così a fondo tutte queste tecnologie. Però, a parte questo, dobbiamo imparare a relazionarci con i giovani calciatori, trasmettere loro dei valori, cercare di dare un'identità uguale per tutti e con un intento preciso, cioè quello di avere passione e una grande voglia di fare. Se si vogliono raggiungere certi obbiettivi, bisogna avere anche una grande consapevolezza in tutto quello che si fa, sperando che un giorno tutto questo possa essere riconosciuto.

PdC: Dal 2007 è responsabile del settore giovanile del Parma. Cosa avete costruito e quali progressi sono stati fatti in tutti questi anni?

FP: Questo è il mio ottavo anno a Parma. Sono veramente molto orgoglioso di quanto fatto in tutti questi anni. La cosa più bella è che sono riuscito a costruire una squadra di lavoro che pian piano ha portato frutti importanti e non mi riferisco solo allo scudetto vinto 2 anni fa (con gli Allievi Nazionali nel 2013 - ndr) o alle varie volte in cui siamo arrivati alle fasi finali nei campionati giovanili. La cosa più bella, a parte questo, è stato portare dei ragazzi a fare calcio a livello professionistico e in questi anni ne abbiamo portati davvero tanti. Quelli che spiccano di più sono Defrel, Mauri, Cerri, ma anche Ferrari, Gigli, Dell'Orco e tanti altri.
Qualcuno di loro ha già calcato i campi di Serie A e B e tanti sono in procinto di fare lo stesso tipo di percorso.
  

PdC: Parlava di Defrel e Cerri, due ragazzi che ovviamente conosce molto bene. Il primo veloce, imprevedibile e probabilmente prossimo "uomo mercato"; il secondo, a soli 18 anni, sta dimostrando grande personalità e qualità importanti in un campionato difficile come quello di Serie B. Che futuro vede per loro?
FP: Oggi i fiori all'occhiello del nostro settore giovanile sono proprio Cerri, Defrel, ma anche Josè Mauri, un ragazzino che sta trovando continuità in prima squadra. Per tutti loro prevedo un futuro importante. Stanno dimostrando di avere ottime qualità e che possono ambire ad una carriera prestigiosa. Ma come loro, auguro il meglio anche a molti altri ragazzi che magari oggi giocano in Serie B o in Lega Pro e che fanno ancora parte del settore giovanile del Parma. Sono consapevole che in questi anni siamo stati bravi. Abbiamo messo tanta passione nel nostro lavoro, costruendo gruppi competitivi dove far crescere i nostri ragazzi. Questa è la nostra maggiore soddisfazione e devo sempre ringraziare tutti i miei collaboratori perché mi hanno dato una mano incredibile in tutti questi anni. Insieme abbiamo costruito qualcosa di veramente importante per il Parma. E non dimentichiamo che abbiamo dato un futuro importante a tanti ragazzi facendoli giocare tra i professionisti. Adesso sta a loro trovare la strada migliore per affermarsi.


PdC: Hernan Crespo, uno che ha fatto diventare grande questa società, ha trasmesso entusiasmo e qualità in Primavera, guidandola ai vertici del Girone A. Quanto è stato importante il suo ritorno a Parma?
FP: Crespo è certamente un ottimo allenatore e un buon collaboratore, arrivato pochi mesi fa. Ma credo sia giusto parlare anche di chi collabora con me da 5, 6 o 7 anni. Non parlo solo degli allenatori, ma anche di chi lavora da tempo a stretto contatto con me come Fausto Pizzi, oppure altri come Turrini, Manarin, Neri e in passato De Patre e Annoni. Mi sembra riduttivo parlare esclusivamente di Crespo che è qui da solo 7 mesi. 
Hernan è un allenatore, un ragazzo e adesso anche un amico fantastico, ma è giusto ricordare anche chi ha fatto la storia di questo club e credo sia giusto essere grato a tutta la gente che mi ha aiutato in questo percorso. Lui quest'anno ha iniziato a fare l'allenatore, è sicuramente il valore aggiunto della squadra Primavera e ci sta dando una grande mano portando avanti il discorso intrapreso in questi 8 anni. In più quest'anno ha un'ottima squadra, con dei classe '96 e '97 molto forti. Spero veramente che faccia bene, anche perché un giorno sogna di allenare i grandi.
  
PdC: Oggi ci sono buone probabilità che molti ragazzi lascino Parma a fine stagione. Quali consigli può dare loro?
FP: Innazitutto crederci sempre. Se nella vita vogliono fare il mestiere del calciatore - mi rivolgo soprattutto ai ragazzi della Primavera - devono imparare che non è tutto così facile. Ci saranno momenti difficili, ma spero sia chiaro loro che, per inseguire questo sogno, bisogna continuare a crederci fino alla fine. E poi chi ha veramente dei valori e delle qualità, sicuramente troverà posto nel calcio che conta. Il merito però non sarà soltanto dei singoli ragazzi, ma anche di chi crede in loro, di chi gli concede una possibilità, di chi li aiuta a completare un percorso di crescita importante. In Italia i ragazzi di 18-19 anni vengono considerati "piccoli", ma secondo me bisogna dare sempre loro la possibilità di giocare con i grandi per dimostrare il proprio valore. 

PdC: Il Parma di Donadoni dovrà finire in modo dignitoso questo campionato soprattutto per i suoi tifosi, nonostante le penalizzazioni e un futuro già scritto. 

Pensa che questa situazione di difficoltà possa trasformarsi in un'opportunità e consentire ad alcuni dei vostri giovani di mettersi in mostra e fare presto esperienza in prima squadra?
FP: Me lo auguro per il bene dei ragazzi, perché possano avere la possibilità di mettersi in mostra. Ma onestamente entro in un campo non di mia competenza. Io sono responsabile del settore giovanile ed è compito dello staff della prima squadra individuare quelli più meritevoli. Infatti alcuni di loro sono spesso aggregati con i grandi e questo mi fa molto piacere. Poi se giocheranno o meno non lo posso dire, sarà compito dell'allenatore e dei suoi collaboratori fare le scelte. Per noi l'importante è mettere a disposizione della prima squadra ragazzini che possano avere una valenza tecnica importante per essere presi in considerazione. 



PdC: Guardando avanti, le chiedo: cosa cambierebbe nella gestione dei settori giovanili italiani?

FP: Le società italiane devono credere un po' di più nei giovani che provengono dal settore giovanile. Si parla sempre tanto di settore giovanile, ma poi nei fatti si crede sempre troppo poco. Questa è la realtà. E poi, secondo me, bisogna dare un'idea e un'identità comune a tutte le squadre di una società. Ma se poi non ricevi aiuti anche dall'alto è tutto "tempo buttato". Penso che tutte le squadre italiane, grandi, medie e piccole, debbano avere determinate possibilità per far crescere i ragazzi. Questo non vuol dire che tutti possono o devono diventare calciatori, però crederci un po' di più aiuterebbe i ragazzi a fare percorsi un tantino diversi.

PdC: Il suo lavoro, in questi anni, è stato molto apprezzato anche lontano da Parma (Inter e Sassuolo le più interessate). Quante possibilità ci sono di vedere Palmieri ancora in Emilia nella prossima stagione?
FP: Questo non lo so. Io sono legato al Parma da un contratto e spero che la situazione si risolva nel migliore dei modi. Nel frattempo posso solo aspettare e vedere cosa succede da qui alla fine della stagione perché neanch'io riesco a capire cosa accadrà in estate. Ovviamente fino a quando non avremo certezze, saremo tutti in balia di questa situazione. Spero solamente che il Parma si salvi perché è un grande club e un patrimonio del calcio italiano, ma a fine anno tireremo le nostre conclusioni e ci guarderemo attorno perché in fondo fa parte del nostro mondo lavorativo.  


© RIPRODUZIONE RISERVATA  -  10 APRILE 2015
(foto da www.fcparma.com)


Commenti