FINAL EIGHT PRIMAVERA 2016: JUVENTUS

(di Michele Santoro)


“Alla Juventus, vincere non è importante. E' l'unica cosa che conta”. Questa frase, pronunciata da una delle più grandi bandiere bianconere, Giampiero Boniperti, è sicuramente quella più rappresentativa della mentalità della “Vecchia Signora”.

Mentalità vincente che viene insegnata e inculcata da subito, sin dalle categorie più basse del settore giovanile. Conquistare trofei su trofei, questo è l'obiettivo. Obiettivo anche della Juve Primavera allenata da Fabio Grosso, che di trofei importanti se ne intende. 

Le giovani leve bianconere, comunque andranno a finire queste Final Eight, non chiuderanno la stagione a bocca asciutta, vista la “Viareggio Cup” già messa in bacheca. Vittoria questa, che placa solo in parte la delusione per un'uscita prematura dalla Youth League nella fase a gironi e per la cocente sconfitta in finale di Tim Cup contro la nemica di sempre, l'Inter.
Ma l'appagamento non è concepito nel DNA di un giocatore bianconero, e un solo trofeo su quattro potrebbe non bastare per definire questa una stagione positiva.



Punti di forza: La squadra, senza inutili giri di parole, è una corazzata. Girone A chiuso in testa a 59 punti, 2 punti sopra la sorpresa Entella. Secondo miglior attacco del torneo con 61 gol e seconda miglior difesa con 27 reti subite. La forza è soprattutto nel tridente avanzato: Favilli, Pozzebon e Kastanos, insieme, hanno realizzato 39 marcature. Attenzione anche agli inserimenti delle torri difensive: Pol Lirola, Filippo Romagna e Carlos Blanco hanno un discreto feeling con il gol. L'equilibrio a centrocampo, dato da Cassata, Bove, Macek e Moudoumbou è la vera chiave del successo di questa squadra. Attenzione ai colpi di Alessio Di Massimo (l'uomo della provvidenza) che con un suo gol ha permesso alla Juve di piegare il Palermo e alzare al cielo la Coppa Carnevale.

Punti deboli: In una fase importante come le Final Eight bisogna mantenere sempre alta l'attenzione. In alcune gare decisive i bianconeri hanno peccato in concentrazione: sia nella finale della Viareggio (dove La Gumina ha acciuffato per ben due volte il pareggio) sia nella finale di Tim Cup (i tre gol dell'Inter sono nati da palesi disattenzioni) i ragazzi di Grosso hanno manifestato gravi cali d'intensità a livello mentale, fallendo, in alcuni casi, l'approccio alle gare. In più ci saranno alcune assenze pesanti: Guido Vadalà - approdato a Torino nell'operazione che ha riportato Tevez al Boca Juniors - squalificato per tre giornate, rientrerà solo per un'eventuale semifinale; arrivederci a settembre, invece, per un grande protagonista, Luca Clemenza, infortunatosi gravemente lo scorso marzo e in grado di recuperare solo per l'inizio della nuova stagione.


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