SPECIALE CALCIOMERCATO: VOLTI NUOVI - PARTE 1

(di Michele Santoro)



In un mercato monopolizzato dai petrodollari degli emiri e dalle mostruose liquidità cinesi, le società italiane annaspano. Le cifre esorbitanti che vengono ogni anno riversate nella “giostra” del calciomercato da alcune big europee e dalle prigioni dorate asiatiche, sono lontanissime parenti di quelle che oggi, le squadre italiane, possono permettersi di investire.

Uno strapotere economico che rischia di falsare il gioco e che neanche il fair play finanziario ha saputo limitare. In uno scenario simile, la caccia al talento “low cost” diventa di vitale importanza soprattutto per quelle realtà che non sono in grado di contare su investimenti esterni, ma che possono solo autofinanziare le proprie campagne di rafforzamento.

La Serie A nelle ultime stagioni sembra essere diventato l’ambiente ideale per i giovani calciatori dove crescere e affermare le proprie qualità prima di spiccare il volo verso campionati apparentemente più prestigiosi. Anche se il mercato non è ancora entrato nel vivo, si possono scorgere già alcuni profili interessanti che al momento non dicono nulla, ma che tra un anno potrebbero veder lievitare di tanti zeri il proprio valore.



PARTE 1



Bartłomiej Drągowski – Fiorentina

Classe ’97 ed ennesimo rappresentante della scuola polacca di numeri 1, che nell’ultimo decennio - a partire da Fabianski, fino ad arrivare a Skorupski - ha sfornato estremi difensori di discreto livello. Dragovski è dotato di un’eccellente reattività, nonostante i 191 centimetri che la natura gli ha fornito e grazie alla quale riesce ad opporsi bene anche sulle conclusioni basse e ravvicinate. Divenuto titolare a soli 16 anni nel Jagiellonia Białystok, club dell’Ekstraklasa (Serie A polacca) nella stagione 2014-15 - la sua prima da professionista - vince i titoli di Miglior Portiere e Miglior Giovane della stagione e si classifica terzo nella graduatoria dei migliori giocatori del campionato. A Firenze la rivalità sarà serrata, soprattutto con Lezzerini per la maglia da dodicesimo, ma le qualità per far bene anche in Italia ci sono tutte.



Kevin Diks – Fiorentina

È paragonato da molti a Van Der Wiel, ma rispetto all’ex terzino destro di PSG e Ajax, Diks propende più per la fase difensiva che per quella offensiva. Olandese classe ’96, arriva a Firenze dopo due stagioni da titolare nel Vitesse. Non è il classico terzino dal baricentro basso: è alto 1.82 cm e nonostante ciò non ha un gioco statico, ma risulta rapido e dinamico. Ottimo come laterale difensivo in un 4-4-2, possiede tutte le qualità per far bene anche in un 3-5-2 come tornante. La speranza di Corvino e Paulo Sousa è che diventi più forte del suo omologo sopracitato.



Vasco Oliveira – Cagliari


La prossima coppia di centrali difensivi del Cagliari potrebbe essere tutta portoghese. Da una parte Bruno Alves - appena laureatosi campione d’Europa con la nazionale lusitana - dall’altra il classe ’00 Vasco Oliveira, appena prelevato dal Benfica. Forse sarà ancora acerbo e ci vorrà del tempo prima di vederlo in campo dal 1' minuto, ma Oliveira (mancino puro) è uno stopper moderno che non disdegna qualche sgroppata in avanti e che può adattarsi molto bene anche nella posizione di terzino. Fisico imponente e 186 cm di altezza, ha nel gioco aereo e nell’anticipo dell’avversario i suoi punti di forza. In area avversaria potrebbe rappresentare una minaccia in più grazie al suo poderoso stacco di testa.


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