SUPERSCOMMESSE.IT INTERVISTA MARCO FANULI

(di Redazione) 



Riportiamo qui di seguito, un estratto della lunga intervista fatta a Marco Fanuli da parte del maggiore comparatore italiano di quote per le scommesse sportive superscommesse.it pubblicata nella rubrica "Dietro le Quinte". Si parla di calcio giovanile e ovviamente di Promesse del Calcio riconosciuto, dallo stesso portale, come una tra le più importanti realtà editoriali nel panorama dell'informazione sportiva italiana.


SS: Buon giorno direttore, come e quando nasce Promesse del Calcio?
MF: Buongiorno a voi. Promesse del Calcio nasce nel gennaio 2014 un po’ per gioco, dopo oltre 3 anni di gestazione nella mia testa. In Italia ci sentiamo tutti competenti quando si parla di calcio ed è per questo che abbiamo deciso di metterci alla prova parlando di giovani calciatori, raccontando il calcio dalle sue fondamenta. Sicuramente un argomento ancora di “nicchia”, ma che negli ultimi 2-3 anni ha registrato un forte interesse anche da parte dei media: parte del merito ce lo affibbiamo volentieri anche noi!

SS: È stato detto molte volte che le squadre italiane danno poca visibilità alle giovane promesse italiane, sostituendole con quelle straniere. Come risponde a questa affermazione?
MF: Forse è arrivato il tempo di inserire anche in Italia le “Seconde squadre” un po’ come avviene già nei maggiori campionati europei, in modo da far crescere i ragazzi all’interno della società di appartenenza, aiutandoli a migliorare anno dopo anno attraverso istruttori di livello e soprattutto con strutture di allenamento adeguate, valorizzando così il loro potenziale per facilitarne l’ingresso in Prima squadra. In questo modo diminuirebbe sensibilmente anche il rischio di perdersi per strada, "retrocedendo" - in prestito - in qualche campionato minore, senza aver mai avuto la possibilità di dimostrare il proprio valore in un contesto sicuramente più stimolante.

SS: Lei crede che, oggettivamente, i giovani calciatori stranieri, siano superiori ai nostri?
MF: No, nel modo più assoluto. Il problema non può essere ridotto esclusivamente ad un fattore geografico. Il vero problema, come accennato sopra, sono le strutture di allenamento inadeguate e la scarsa attenzione che le stesse società dimostrano nei confronti dei settori giovanili: quando c’è da risparmiare, il primo a risentirne è quasi sempre il vivaio, un settore che, al contrario, andrebbe sempre tutelato e sostenuto ad ogni costo, perché patrimonio delle società stessa, proprio come è solita fare da quasi un ventennio l’Atalanta (e i risultati oggi parlano chiaro). E poi parliamoci chiaro, la colpa è anche del tifoso, ormai abituato (forse viziato) ad attendere e sperare nel colpo di mercato straniero.





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