SI PUO' MIGLIORARE IL SETTORE GIOVANILE ITALIANO? - PARTE I

di Marco Fanuli

Durante questi anni di Promesse del Calcio abbiamo sempre fatto una domanda ben precisa sull'idea di calcio giovanile a tutti i nostri intervistati e cioè: "Come si può migliorare la qualità del settore giovanile italiano?"
Raggiungere il livello dei maggiori vivai europei (Spagna e Inghilterra su tutte) è sempre stata l'ambizione di noi italiani. Non che la qualità dei nostri settori giovanili è da considerarsi pessima, ma sicuramente con qualche accortezza in più si potrebbe veramente diminuire il gap col resto d'Europa mirando a scelte più oculate e formando ragazzi di 18/19 anni già pronti ad affrontare il calcio professionistico, senza correre il rischio di vederli scottati da un'esperienza simile o magari trovare l'esordio in Prima squadra per poi vedere sfuggire il sogno di una vita cadendo nel dimenticatoio dei campionati minori.
Nella PARTE I di questa nostra nuova rubrica, i consigli e le idee di Daniele Zoratto, Giulio Delpini e Francesco Negro per risolvere il problema:

 
Daniele Zoratto (CT Nazionale italiana U16)
"Credo che con dall'avvento di Arrigo Sacchi si siano fatti grandi passi in avanti. Notoriamente mister Sacchi è uno stacanovista. Ama la perfezione, ama immergersi nel lavoro con molta dedizione, non fa mai meno di quello che può fare. Va sempre oltre e devo dire che ci ha dato tantissimo sulla metodologia e per quanto riguarda la scelta dei giocatori da utilizzare in campo internazionale, ma anche per quanto riguarda l'educazione da trasmettere a questi ragazzi perché quando si è giovani, prima di diventare calciatori, bisogna diventare uomini e questo secondo me è fondamentale. E' vero, entrare nel mondo del calcio è importante, ma arrivarci da uomini e non da ragazzini è ancora più importante."


Giulio Delpini (Allenatore Piccoli amici - Torino FC Gallarate)
"Ci sono troppi stranieri a discapito dei nostri giovani che alla fine, dopo essere stati sballottati dappertutto, finiscono in tornei minori. Un esempio su tutti: Ciro Immobile. Cresciuto nel vivaio della Juventus, è stato mandato a Siena, Pistoia, Genova, Pescara, Torino e adesso Lazio. Non riesco a capire come Conte non ci abbia visto un reale potenziale. Forse perché si dà totale priorità al nome straniero, come se i nostri giovani non fossero capaci di portare il proprio club ad alti livelli nelle competizioni internazionali."


Francesco Negro (Preparatore atletico - US Lecce)
"In generale bisognerebbe dare più attenzione alle scuole calcio, ma anche ai settori giovanili delle squadre professioniste. Oltre all'aspetto economico andrebbe curata di più la programmazione e la professionalità negli allenamenti, magari con mezzi e idee innovative."



Commenti