NICOLÒ ARMINI - 07/03/2001 - ITALIA

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di Alessandro Iacobelli

Nel 2001 il calcio capitolino culminava un biennio di gloriosi successi. Contemporaneamente nasceva a Marino, alle pendici dei Colli Albani, Nicolò Armini, centrale difensivo della Primavera laziale.

Nell’ambiente del vivaio biancoceleste il biondo ragazzo viene considerato oggi il nuovo simbolo della Cantéra. L’ingresso ai cancelli di Formello si concretizza all’epoca della prima giovinezza. Dopo gli esordi infantili con la maglia del Santa Maria delle Mole, la Lazio muove l’Aquila e accoglie Armini in famiglia, nella categoria Esordienti.

Nel 2015 indossa la fascia da capitano nella formazione U15 di mister Ruggeri. Lo staff dell’U17 biancoceleste chiama Armini, sotto età, in occasione del noto Torneo di Arco. Le prestazioni ben oltre la sufficienza accendono la luce nella stanza del CT della Nazionale U16 Zoratto. Arriva pure la gioia del goal contro la Polonia, in una partita poi vinta dall’Italia.

Armini spicca nel reparto difensivo per qualità evidenti e visibili già dall’alba della carriera. In una linea arretrata disposta a quattro può coprire la pedina di centrale o di terzino sul versante sinistro. In realtà il suo piede preferito è il destro e quindi nella veste di fluidificante si avvicina ad interpreti del calibro di Spinazzola e Darmian. I voti più elevati, però, Armini riesce ad ottenerli quando manovra da difensore centrale. Dal punto di vista tattico rispetta l’ordine nel posizionamento senza commettere ingenuità dannose per l’equilibrio in campo. Attento nelle marcature e abile anche nel contatto fisico diretto con gli attaccanti avversari. Caratterialmente offre massima educazione e maturità.


Il metro e 81 cm di altezza (che di certo potrà aumentare ancora) suona come una sinfonia per l’isola quasi deserta della trincea italiana. Sì, perché Alessandro Nesta rientra nei ricordi indelebili del passato. Urge dunque un ricambio generazionale: Nicolò Armini è senza dubbio un candidato alla corsa verso il controllo della torre azzurra.

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